Nicola Ruffo e la conquista della serie B tra lezioni di difesa e ringraziamenti ai compagni di squadra.
Il SECIS BC JESOLO IN SERIE B
Di campionati vinti, di promozioni ottenute e di coppe e medaglie collezionate, Nicola, per noi “Nicolino”, Ruffo ha il palmares pieno zeppo e la bacheca di casa bella piena.
Il 24 agosto Nicolino compirà 41 anni, una leggenda vivente nel litorale per i chilometri corsi per tutti i parquet del Veneto con i numeri 9 e 27 sulla divisa di gioco nel ruolo di playmaker. Il ruolo in cui si deve difendere tanto, pensare più veloce dei tuoi compagni di gioco e degli avversari e segnare nei momenti che servono.
Come a Rovigo domenica scorsa. Ruffo ha segnato cinque punti di fila nel giro di due azioni di gioco. Il canestro del 51-38 per noi in avvio di terzo quarto al termine di un’azione solitaria che lo ha visto arrivare fino a sotto canestro. E la tripla del 54-40 che è valso il + 14 dopo 1’30” dall’inizio del secondo tempo. Cinque punti pesanti che hanno segnato il match nel momento di maggiore verve agonistica di Imola.
“In quel momento ho pensato solo ad approfittarne delle situazioni che erano state create dal nostro gioco” ci spiega Nicola Ruffo. “Se posso fare una cosa, un recupero, un tiro, un contropiede, la faccio, senza tanti calcoli. Non mi ero nemmeno reso conto che avevamo raggiunto il massimo vantaggio della partita oltre la doppia cifra. Quando sono in campo penso solo ad una cosa. A difendere, difendere ed ancora difendere”.
A SCUOLA DIFENSIVA DA COACH GIOVANNI TESO. “La difesa è stata il nostro marchio di fabbrica e di pensiero” continua Ruffo. “Condivido in pieno quanto dice il nostro coach Giovanni Teso. Abbiamo tenuto Imola a 50 punti, ad un certo punto potevamo fare a meno anche di fare canestro, perché in area da noi non passava nessuno. Giocando in questo modo, le squadre avversarie si abbattono psicologicamente, si demoralizzano e devono inventarsi qualcosa per farci canestro”.
PLAYMAKER. “E’ da quando ho iniziato a giocare a basket che faccio il playmaker. La prima cosa che mi hanno insegnato per giocare in questo ruolo è la difesa a tutto campo per l’intera partita. E’ una cosa che una volta riuscivo a fare, adesso invece” ci scherza sopra Nicolino “al massimo posso farlo per due/tre minuti visto che non ho più l’età di un ragazzino. Un vero playmaker deve avere la capacità di stare tranquillo, non lasciarsi prendere la mano nei momenti di difficoltà e di essere concentrato per far giocare la squadra. Faccio i miei complimenti a Simone Rosada, sono molto contento per il campionato che ha fatto. E’ un ragazzo umile che da sempre il 100% quando è in campo”.
I RINGRAZIAMENTI AI COMPAGNI DI SQUADRA . “Vincere un campionato è sempre diverso, non ci si abitua mai. Questa volta però è stato particolarmente bello, sapendo che sarà uno degli ultimi per me” la butta lì Nicola Ruffo. “Per questo motivo ho voluto ringraziare personalmente tutti i miei compagni di squadra in spogliatoio. Non è facile arrivare fino in fondo e trionfare in finale. C’è gente che ci prova da anni e poi, quando ti ci riesce è una cosa che ti rimane per sempre”.
LA FAMIGLIA JESOLANA. “Il B.C. Jesolo come società è unica nel suo genere” ci tiene a fare sapere il nostro Nicola Ruffo. “Come si sta a Jesolo, difficilmente si sta in altre parti. Non sei considerato un oggetto o una pedina del gioco che può finire sul mercato a fine campionato. Qui mi sento coccolato, l’ambiente ha questa forza di creare una sinergia tra compagni di squadra, staff e tifosi che è ammirevole. Quello che voglio dire è che non c’è solo un rapporto di lavoro ma un rapporto di amicizia che coinvolge intere famiglie”.
Ufficio stampa Thomas Maschietto
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