Simone Rosada ed il supplementare sfiorato al suono della sirena finale. La versione secondo Simone della gara contro la With-U Cestistica Verona
Un tiro che poteva diventare un capolavoro mentre la sirena sta suonando, non per forza di cose se viene respinto dal ferro è un errore o uno sbaglio che ti costa la partita, nonostante sia stato decisivo per il risultato finale a favore della With-U Cestistica Verona.
Anche perché preparato con la testa e con la meccanica nel giro di pochissimi secondi, tre o forse quattro. Simone Rosada non poteva fare di meglio. Sul 61-60 per la Cestistica Verona in lunetta con due tiri liberi, per impostarti testa, cuore e gambe a ciò che devi fare per centrare i punti del supplementare, prima di tutto devi stare attento all’esito dei liberi del tuo avversario, in questo caso Crosato. E sperare che qualcosa vada storto e che un tuo compagno di squadra sia più rapido degli altri a prendere il rimbalzo.
“E’andata cosi” ci racconta Simone Rosada che ha ancora nella testa il cronometro e rivive, crediamo anche di notte, gli istanti finali della gara di domenica sera. “Due tiri liberi per Verona a 5.03 secondi dalla fine. Sbagliano il secondo libero, ovviamente appena la palla tocca il ferro il cronometro parte. Il rimbalzo è nostro, di Busetto che, anche se ostacolato, riesce a passarmi la palla in corsa.
Purtroppo in quel lato del palazzetto in cui giocavamo noi negli ultimi due quarti, non c’era il tabellone con il cronometro” continua Simone. “Ricevuta la palla, palleggio e senza riferimenti cronometrici ho pensato a tirare il prima possibile cercando di avvicinarmi ed evitare di tirare fuori tempo massimo. Purtroppo l’esito del tiro lo sappiamo tutti, ferro e fuori e vittoria a Verona”.
Abbiamo provato a metterci nei suoi panni, nella sua acrobazia volante per carpirne la gioia in caso di canestro realizzato, ma siamo rimasti, da casa e in panchina, con la bocca aperta e dispiaciuti scuotendo la testa come hanno fatto sul parquet Nicola Maestrello, Busetto, Sipala e Favaretto che aveva accompagnato Rosada in attacco.
Simone, a mente fredda, riavvolgendo il nastro della partita cosa è più giusto dire: l’abbiamo persa noi o l’ha vinta Verona? Te lo chiediamo perché in una partita punto a punto fino alla fine, senza break importanti, sono i singoli episodi a decidere…
“È stata fin dall’inizio una partita molto equilibrata, con entrambe le squadre che, alternandosi, sono state in vantaggio varie volte durante i 40’, senza esserci mai stati grossi parziali che aumentassero il divario nel punteggio. La partita l’abbiamo sicuramente persa noi perché abbiamo commesso troppi errori e non siamo riusciti ad eseguire bene quelle che sono state le dritte dateci in settimana dal coach. E devo dire che ha anche inciso in parte il fatto che non giocavamo una partita ufficiale da tempo, per cui atleticamente qualche piccola difficoltà in più rispetto al solito per quanto riguarda fiato e gambe”.
Hai detto bene tu. Abbiamo giocato la prima partita ufficiale dopo quasi un anno. Com’era l’atmosfera in casa Secis prima della… prima palla a due?
“Sicuramente è stato bellissimo ricominciare il campionato e quindi giocare una partita ufficiale dopo mesi di inattività, lo aspettavamo tutti da tempo, non vedevamo l’ora di ricominciare. Io personalmente ero un po’ emozionato perché troppo felice, e Devo dire che inizialmente faceva un po’ strano giocare con la tribuna semi-vuota, però una volta che si inizia con la palla a 2 non ci si pensa più, ma certamente qualsiasi sport in assenza di pubblico perde un po’ della sua bellezza” è la risposta di Rosada.
Il Secis BCJesolo deve risollevarsi subito. Domenica pomeriggio siamo di nuovo in viaggio, destinazione Oderzo.
“Vista la formula di questo campionato, non c’è possibilità di compiere tanti passi falsi poiché è un attimo rimanere indietro ed entrare a far parte del girone successivo con le squadre di bassa classifica, per cui ogni partita è decisiva. Dobbiamo subito metterci al lavoro e pensare alla partita con Oderzo, squadra tosta e società ambiziosa che ha sempre manifestato la volontà di voler salire di categoria, per cui ci aspettiamo una partita difficile sapendo però che dobbiamo subito recuperare i due punti persi domenica scorsa”.
Simone Rosada chi è oltre il parquet, oltre la palla a spicchi? Sappiamo oramai da tempo che Simone abita al Lido di Venezia, quindi immaginarcelo dopo ogni allenamento, zaino in spalla in direzione Punta Sabbioni, poi motonave, su e giù, c’è da ammirarlo.
“Ormai son parecchi anni che non gioco più al Lido, isola in cui son nato, cresciuto e dove tutt’ora abito, per cui partire tempo prima per andare ad allenamento ormai è diventata un’abitudine” ci dice Simone.
“Nonostante mi ci voglia del tempo per arrivare in palestra, io non lo chiamerò mai sacrificio perché vado a fare la cosa che mi piace di più in assoluto; sacrifici sono altri per me”.
“Per quanto riguarda la parte extra-campo, mi son laureato in estate in Marketing e organizzazione d’impresa, dopodiché a settembre sono entrato in uno studio di amministrazione condominiale qui al Lido dove sto imparando in qualità di tirocinante, e due settimane fa ho passato l’esame abilitante alla professione di Amministratore di Condominio, per cui sto prendendo piede in quella che sarà la mia strada futura”.
E ti auguriamo con tutto il cuore che quel piede faccia passi da gigante nella strada lavorativa che hai deciso di intraprendere.
Grazie Simone per la tua intervista!!!
Ufficio Stampa Thomas Maschietto
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